Lucia Ghirardi

Pittrice

Lucia Ghirardi

Pablo Picasso, grande interprete del Novecento di Lucia Ghirardi (Parte 3 di 3).

Nell’autunno del 1912 Picasso costruì una chitarra con il cartone, essa costituì l’inizio di una concezione e di una tecnica della scultura interamente nuove.

L’inserimento di ritagli di carta nell’impalcatura del cubismo cambiò le basi dell’illusionismo pittorico.

Picasso continuo a realizzare incisioni che sono immagini speculari, invertite sulla lastra. L’incisione consentì di riprodurre e modificare I doppi in varianti sempre nuove.

I primi papier collié erano costruzioni a rilievo, in carta colorata, di chitarre con fogli di musica: di fatto, essi erano rilievi di carta, contemporaneamente disegni, dipinti e sculture.

Costruire rilievi con ritagli di carta incollati costituiva la parodia estrema dell’idea del gioco infantile.

Il papier collé divenne anche il mezzo per reintrodurre il colore che nel collage aveva una funzione strutturale.

Il collage fu il lascito di Braque e di Picasso al XX secolo.

Se il cubismo aveva distrutto le gerarchie tra generi, il collage finì di distruggere il resto. Violando I confini stability, esso distrusse anche le gerarchie tra le forme artistiche.

Nel 1914, l’anno in cui iniziò la prima Guerra mondiale, Picasso tornò, come una sorta di commemorazione, alla tradizionale scultura libera come supporto della pittura.

La Guerra close di sorpresa il mondo dell’arte.

Braque, l’intimo collaboratore di Picasso, e molti altri suoi amici sparirono, mobilitati e inviati al fronte.

Gravemente ferito alla testa, Braque tornò a Parigi nel 1916, profondamente cambiato, tanto che Picasso non andò a trovare l’amico all’ospedale.

La Spagna era una nazione neutrale e Picasso, in quanto cittadino spagnolo, non fu richiamato al fronte.

Picasso continuò a lavorare in un idioma misto che lo riportò gradualmente verso il classicismo in un ritorno alla sicurezza dei vecchi supporti.

Tra il 1917 e il 1924 Picasso fu a Roma e viaggiò regolarmente attraverso il paese, e le sue opere testimoniano che l’arte italiana, lo influenzò profondamente.

Picasso disegnava costantemente I ballerini, osservando che, nella danza, I movimenti sono variazioni delle pose delle composizioni figurali dei fregi classici.

Quando Picasso si rese conto che il balletto si basava su pose classiche, cominciò a considerare “Parade” come un’opportunità di ri-creare il trionfo del cubismo nel suo luogo d’elezione, il teatro.

“Parade” è una deliberata allegoria del cambiamento radicale segnato dal passaggio dal classicismo alla forma del collage.

Nello stesso momento in cui ri-celebrava il trionfo del cubismo, “Parade” annunciava che esso, nella sua pura forma rivoluzionaria, aveva fatto il suo tempo.

Il classicismo di Picasso di questo periodo è stato generalmente messo in relazione con il “ritorno all’ordine” del dopoguerra, ma la sua rivisitazione delle radici della propria arte nel classicismo accademico, sembra essere legata soprattutto al suo distacco da Braque.

C’è un’influenza di Leonardo nelle opere neoclassiche di Picasso che risaliva anche agli antichi rilievi e alla pittura greca.

Nel 1918 Picasso si sposò per la prima volta. La moglie, Olga Koklova, un ballerina, divenne il suo principale modello e venne ritratta in vari costumi.

Da Olga, Picasso ebbe un figlio che chiamò Paulo e che ritrasse insieme alla madre esagerando nelle rotondità del bambino, in particolare delle mani.

La figura maschile con I baffi ricorre costantemente in varie sembianze sin dal 1909. Anche I suonatori di strumenti a fiato, le figure dietro un tavolo e gli arlecchini costituivano dei soggetti presenti da tempo.

Picasso sarebbe diventato uno dei più importanti scultori del XX secolo. L’assemblaggio fu un’invenzione altrettanto importante nella scultura quant oil collage e il papier collé lo erano stati per la pittura; l’idea base era la stessa, e cioè che così come si può dipingere con ogni sorta di materiali, allo stesso modo si possono fare sculture con I materiali più disparati.

Il movimento surrealista attirò l’attenzione di Picasso ancor prima della pubblicazione del primo “Manifesto surrealista”, avvenuta nel 1923.

I quadri di molti pittori surrealisti si basano su una profondità spaziale illusionistica, una sorta di paesaggio che intende rappresentare lo spazio della mente, lo spazio del sogno.

Picasso confessò a Francoise Gilot che, da bambino, spesso faceva un sogno che lo terrorizzava. “Sognavo che le mie gambe e le mie braccia crescevano sino ad assumere proporzioni mostruose, per poi rimpicciolire in proporzione. E intorno a me, nel sogno vedevo alter persone che subivano le stesse trasformazioni, diventando enormi o piccolissime”.

Dal 1927 al 1936, gli anni cui egli fu più vicino al surrealismo, il disegno continuo ad essere l’elemento dominante, specialmente nelle incisioni.

Tra il 1933 e il 1936, il Minotauro è il protagonista assoluto.

Nel 1927 Picasso aveva cominciato una relazione segreta con la giovane Marie-Thérèse Walter. Appena diciassettenne quando incontrò l’artista, la donna divenne non solo la sua amante segreta, ma anche la sua modella segreta.

Questa donna sarà in seguito il modello di numerose teste monumentali in creta realizzate da Picasso.

Nel 1935, Picasso entrò in crisi profonda quando scoprì che Marie-Thérèse non solo aspettava un bambino da lui, ma aveva altresì deciso di lasciarlo. Lo stesso anno anche Olga finalmente lo abbandonò.

Così le donne di Picasso si trasformavano da Vergini in prostitute/mostro per scomparire definitivamente dalla sua vita.

Come cittadino spagnolo, Picasso sperimentò la seconda Guerra mondiale precocemente, ossia la Guerra civile spagnola.

Il 26 aprile la piccola città basca di Guernica venne bombardata dall’aviazione tedesca.

Poichè nel 1937 il governo della Spagna repubblicana aveva chiesto a Picasso di realizzare un murale per l’Esposizione internazionale che si sarebbe tenuta a Parigi, “Guernica” venne realizzata con grande rapidità ed esposta in questa città, dove ricopriva l’intera parete di fondo del Padiglione spagnolo.

L’opera si basa su modelli storici dall’antichità in poi, rievocando in particolare la leggenda del Ratto delle Sabine.

“Guernica” era una protesta: non solo la descrizione di una tragedia recente, ma anche un monito contro quelle future.

Il suo modello furono le cronache e le fotografie dei quotidiani, che gli permisero di inserire I piani alternati e la luce delle pellicole cinematografiche in una tecnica del collage integrata con il sistema cubista dei contorni.

“Guernica” è un’ambiziosa composizione di figure collegate in cui aperto e chiuso, luce ed ombra si sovrappongono. La gamma di colori tipica della grisaglia –bianco, nero, grigio – richiama il “colore” e la luce dei film dell’epoca.

“Guernica” può anche essere considerate un’opera eminentemente teatrale.

Il tutto è una preghiera per la salvezza. L’immagine del cavallo e quella della figura caduta costituiscono un richiamo alla storia biblica dalla conversione di San Paolo, e la ferita del cavallo suggerisce la presenza al centro della rappresentazione del corpo di Cristo. Le varie donne piangenti hanno come modello le rappresentazioni della Crocifissione e della Deposizione nella storia dell’arte.

“Guernica” fu un potente strumento di propaganda nella lotta contro il fascismo, e un atto di protesta contro la Guerra stessa.

Nel corso dell’estate 1937, Picasso continuo ad essere ossessionato dale immagini di “Guernica”. Dopo numerosi studi preliminari, l’artista continuò a realizzare disegni, dipinti, incisioni come una sorta di post scriptum dell’opera.

Nell’agosto del 1936 l’artista aveva incontrato Dora Maar, che divenne la sua compagna l’anno successivo; fu lei che lo aiutò a trovare lo studio in cui venne realizzato “Guernica”. Dora documentò inoltre il processo di elaborazione di “Guernica” in una famosa serie di fotografie.

I volti e le figure in questa monumentale opera hanno un carattere mostruoso, non più comico, queste figure torturate sono persone “reali” per quanto irriconoscibili, e ogni imagine costituisce una sorta di collettività dei disastri della Guerra.

Picasso non fu toccato dalla Guerra, protetto dal suo status di non combattente e di cittadino spagnolo.

Parigi fu liberata il 25 agosto del 1944 e, in Ottobre, Picasso si iscrisse al Partito comunista.

La sua prima mostra del dopoguerra fu accolta da violente proteste. Picasso venne difeso dai suoi amici surrealisti aderenti al comunismo.

Nel 1947 Fracoise Gilot, giovane e bella fotografa, si trasferì nello studio dell’artista, e quello stesso anno, diede alla luce un figlio, Claude; nel 1949 nacque una figlia: Paloma.

Nel 1952 la sua relazione con Francoise è in crisi, per cui la lascia e va a Parigi da solo. Nel 1953 incontra Jacqueline Roque, una giovane divorziata. Nel 1961, il 2 marzo, sposa Jacqueline Roque a Vallauris.

Non è possible, a nostro avviso, parlare di uno stile di Picasso, anche se le sue opere sono sempre riconoscibili come tali.

Nel caso di Picasso, benchè l’artista abbia un’identità, non presenta un tratto distintivo; invece di un singolo tratto distintivo, l’artista spagnolo è caratterizzato da manierismi, abitudini e motivi ben riconoscibili.

Ha una predilezione per I travestimenti, per le prostitute.

L’occhio di Picasso –assieme alla sua straordinaria mano- è fonte del suo potere.

E’ un occhio temibile, uno strumento per rubare apparenze e il loro doppio, l’anima.

La formazione accademica di Picasso era troppo forte perchè egli si fermasse ad un unico stile. Dal cubismo in poi, l’arte di Picasso trascende ogni stile particolare.

Muore a Mougins l’8 aprile 1973.

Il 10 aprile viene sepolto nel terreno dello Chateau de Vauvenargues.

Jacqueline vi pone il bronzo “Femme au vese de fleurs” eseguito dal maestro nell’estate del 1933 a Boisgeloup.

Paulo è l’unico figlio a cui è permesso di presenziare alle esequie.